Atti Unici – 2017
Quattro vaudeville di Anton Čechov
L’ANNIVERSARIO
Farsa in un atto, scritta nel 1891. L’ambientazione è una banca della provincia russa, dove un ipocondriaco Presidente, Andrej, si accinge a celebrare il quindicesimo anniversario della fondazione. Con lui, il suo segretario Kuzma, ossessivo, maniaco, e misogino. A poche ore dalla cerimonia, piombano nell’ufficio di Andrej, sua moglie Tatjana, donna borghese, altezzosa e per nulla attratta dal marito, e Nastašja, consorte di un importante esponente sociale in malattia, venuta per riscuotere una somma non liquidata del licenziamento del marito. Tutta la vicenda sprofonda in una conversazione caotica e delirante a più voci con la moglie sciocca e sventata, con un impiegato frustrato e con una donna petulante che destabilizzano la giornata cerimoniale con un finale godibilissimo e divertente.
L’ORSO
Vaudeville in un atto scritta nel 1888. Protagonista è Helèna Popòva, una vedova inconsolabile che ha giurato, dopo la morte del marito, di non uscire più di casa e di non frequentare più alcun uomo, nonostante le insistenti preghiere a ripensare alla sua decisione da parte della serva Faina, vedova anch’ella ma di tutt’altro carattere e ben disposta, malgrado l’età, a scappatelle, semmai si presentassero le occasioni. La situazione si capovolge quando un ex ufficiale di artiglieria, tale Smirnov, si presenta a casa di Helèna per riscuotere delle cambiali del di lei marito defunto inerenti al foraggio dei loro cavalli. Il rifiuto della Popòva a pagare, non perché contraria ma per essere a corto di contanti, e la volontà di Smirnov a esigere quanto dovuto originano un dialogo concitato, che degenera in un duello fra la vedova e l’ex ufficiale dal risvolto sentimentale.
UNA DOMANDA DI MATRIMONIO
Vaudeville in un atto scritta nel 1888. Le azioni si svolgono nella casa di una famiglia della Provincia russa, i Ciùbokov, ricchi proprietari terrieri, dove vivono il padre Stièpan, la madre Ólga e la figlia Natàlia. Irrompe nella casa il vicino e giovane Ivàn Lòmov, ipocondriaco e nevrotico che con la scusa di chiedere la mano di Natàlia, scoperchia vecchie beghe familiari di rapporti ereditieri financo a sfociare nella competizione canina dei loro rispettivi animali da caccia. Esilarante nel dialogo, serrato nel ritmo, il testo offre uno spaccato divertente e appassionante.
UNA NATURA ENIGMATICA.
Tratto dall’omonimo racconto del 1883 e tradotto in prosa, gli eventi si svolgono in due momenti temporali differenti: dapprima, in uno scompartimento ferroviario viaggia una giovane donna, Anna Iguy, il cui marito è molto più vecchio di lui, che si ritrova a conversare con un funzionario governativo di nome Sobolev. Questi è un amante della letteratura e, riconoscendo la donna, coglie l’occasione per corteggiare e adulare la donna facendo leva su storie e caratteri amorosi cercando di fare breccia nel suo cuore. La donna ascolta, ma non pare toccata dalle vicende letterarie, perché ignorante delle medesime. Successivamente, i due tornano a incontrarsi in un imprecisato luogo, lungo una strada: si riconoscono. La donna, nel frattempo è diventata vedova ma subito risposatasi, questa volta con un uomo più giovane di lei, e Sobolev, oramai in pensione. Ricordano quel viaggio in treno e la donna ora ha paura di morire prima di suo marito e non vuole farlo vedovo: chiede, pertanto, a Golubev un aiuto. Finale con cambi di carattere a sorpresa.