Il Fantasma di Canterville
Commedia tratta dall’omonimo racconto umoristico di Oscar Wilde
Adattamento in prosa di Andrea Ferrari
IL FANTASMA DI CANTERVILLE
Il Fantasma di Canterville è un racconto umoristico di Oscar Wilde del 1887 e gli eventi si sviluppano proprio in questo contesto storico, l’epoca vittoriana, nella contea di Birkshire, Inghilterra meridionale.
L’adattamento in prosa, inoltre, rivive l’antefatto dell’opera, ambientata alla fine del XVI secolo (1574) con l’omicidio di Lady Eleonor, moglie di Sir Simon di Canterville, condannato poi a peregrinare tra le mura del castello sotto forma di spettro per oltre tre secoli.
Alla fine dell’Ottocento, l’Inghilterra vive il suo più alto momento d’imperialismo coloniale, e questo attrae molti stranieri benestanti, borghesi e la moda ha la sua eco oltre oceano, e fa approdare nella vecchia Britannia una famiglia americana che vuole acquistare il castello di Canterville. Capo famiglia è Hiram Otis, un ambasciatore repubblicano degli Stati Uniti, seguito da sua moglie Lucrezia e i loro tre figli: i due gemelli, maschio e femmina, Stars e Stripes (Stelle e Strisce) e la figlia minore Virginia. Nel castello c’è una vecchia governante, Mrs. Umney che ha accettato di ritornare tra quelle mura, al servizio degli Otis, nonostante la conoscenza del tragico passato. Naturalmente, nessuno dei neo inquilini crede al fantasma, anche se pervadono un certo timore e incertezza di fondo che daranno vita a divertenti e, contemporaneamente, drammatici sviluppi scenici.
Protagonista è una macchia di sangue che non scompare: è il sangue di Lady Eleonor rimasto a ricordo e conferma dell’efferato gesto del marito. Nei tre secoli successivi, in tanti hanno provato a rimuovere la macchia: la stessa Mrs. Umney ma, invano: una volta pulita, la macchia ricompare.
È interessante assistere allo sviluppo e alla risoluzione degli avvenimenti: com’è nello stile di Wilde, c’è molta ironia, e il piano drammaturgico strizza l’occhio al fantastico facendo scaturire ilarità, umorismo ma, allo stesso tempo, riflessione, sofferenza in quella eterna lotta tra il bene e il male, tra l’oppresso e l’oppressore, tra il remissivo e il riluttante.
Rispetto alle versioni teatrali classiche, si è rimasti fedeli al racconto dell’autore, e cioè identificare la defunta Lady Eleonor in Virginia, e il Fantasma, Sir Simon, in Lord Cecil, i quali, andranno poi a convolare, sposati dal reverendo Dampier.