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Il Fantasma di Canterville
TeatroLa palla al piede
TeatroLa palla al piede – 2018
Commedia brillante di Georges Feydeau
LA PALLA AL PIEDE
La palla al piede (Un fil à la patte) è una farsa del commediografo francese Georges Feydeau edita nel 1894 quando l’autore era poco più che trentenne. Feydeau si presta a chiavi di lettura bizzarre e altamente esilaranti che tengono il pubblico incollato agli eventi per il ritmo, la dinamicità, la crescita e lo scioglimento degli avvenimenti in rapida successione tra loro. Le opere di Feydeau, tutte da ridere, sono uno specchio deformato del suo tempo: la Bella Epoque, quel periodo lieto e privo di preoccupazioni che sfociò, poi, tragicamente, nella Grande Guerra. Feydeau è un formidabile battutista ed è erede di una grande scuola teatrale che trova le sue radici in Corneile, Molière, Racine, Diderot, Goldoni e, ancora, in Labiche; al centro di molte sue opere troviamo la coppia, sia essa coniugata, sia fidanzata, sia concubina, in cui si consumano tradimenti, ipocrisie e malintesi. Tecnicamente, per l’interprete, questo genere teatrale, chiamato pochade, richiede grande impegno perché i testi mancano di veri e propri monologhi e l’arte del pausare è data dalle battute serrate dei personaggi, dagli escamotage, dai tempi comici che non si possono né insegnare né prevedere perché è il pubblico a dettarli in riferimento alla capacità degli interpreti nel porre le battute. Altra caratteristica di Feydeau è la concentrazione di tutti i personaggi in un solo luogo, dove, però, non si sarebbero mai dovuti incontrare: in questo caso, fidanzati, spasimanti, famigliari, amici, amanti.
La scena si svolge in due distinti ambienti: le case delle rispettive donne di Ferdinando: la fidanzata Lucetta, e la promessa sposa Genziana. Qui, si alternano tutti i personaggi che vanno ad aggravare il già precario equilibrio degli eventi che Ferdinando stesso ha messo in moto, e qui, s’intersecano le rispettive famiglie: quella di Ferdinando, di Lucetta e di Genziana, coadiuvate da figure di sostentamento, sviluppo e risoluzione dei fatti.
Nell’adattamento, c’è stata la volontà di italianizzare i nomi dei personaggi protagonisti, giocando sulle assonanze e la loro semantica, caratterizzandone, per alcuni, la parlata, per altri, le peculiarità comportamentali e psicologiche.
È stato molto divertente svagarsi nell’intreccio, mantenendo, e non snaturando, le caratteristiche filologiche dell’opera stessa.
Al pubblico è lasciato il libero arbitrio d’individuare chi è, tra i personaggi, la palla al piede.
Scenari
EventiScenari
Ideato e condotto da Andrea Ferrari
Spettacolo di fine corso livello Principianti, scuola di Nuova Didattica Teatrale
9 giugno. ore 21,00
TEATRO SACRO CUORE
Viale Storchi, 249 – Modena
Ingresso € 10,00 (posto unico)
Info e prenotazione al 338.2434005
SCENARI
Scenari è la produzione della Scuola di Nuova Didattica Teatrale che ha per protagonisti gli allievi interpreti della Compagnia Principianti.
Il titolo dello spettacolo, deriva dal latino “spazio per la scena” risalente al XVI secolo (1500) quando, in piena età rinascimentale, il Teatro italiano visse quello straordinario fenomeno
chiamato Commedia dell’Arte dove Arte, stava per mestiere.
S’iniziarono a vedere i primi attori professionisti e le prime donne sulla scena.
I comici si avvalevano di tracce sceniche chiamate canovacci sulle quali si sviluppavano i monologhi e i dialoghi improvvisati.
I canovacci erano chiamati, appunto, anche scenari.
Su questa indicazione, lo spettacolo si avvale di una parte improvvisata e di una “a copione”, dove, inoltre, verranno messe in evidenza alcune tecniche della formazione dell’attore.
Oltre al processo di memorizzazione, è importante, per un interprete, apprendere il rapporto con lo spazio scenico, la costruzione fisica e psicologica del personaggio, una buona articolazione verbale, la proiezione della voce, la fonetica, la respirazione, il tutto supportato da quella grande forza interiore chiamata fantasia.
Il percorso degli interpreti della Compagnia Principianti, è iniziato lo scorso mese di ottobre, e approda, dopo nove mesi sul palcoscenico;
per alcuni si tratta di una vera e propria “prima volta”.
Credo, per esperienza personale, che quando si sceglie un amante così esigente come il Teatro, o lo si accetta com’è, oppure lo si rifiuta, rinunciando, però, a quelle due ore d’amore che ti concede, ogni tanto, cioè l’andata in scena.
Se lo si accetta e lo si sceglie, bisogna sapere che in cambio di quelle due ore d’amore, si deve imparare ad attendere con pazienza infinita: studiare, ripetere, per poi cancellare e ricostruire tutto daccapo.
Un amore incondizionato per questo affascinante amante, esigente, egoista e generoso al tempo stesso.
La palla al piede
EventiLa palla al piede
commedia brillante di Georges Feydeau
Elaborazione ed adattamento di Andrea Ferrari
Compagnia Andrea Ferrari
15 – 16 giugno. ore 21,00
TEATRO CITTADELLA
Piazza della Cittadella,11 – Modena
Ingresso €. 15,00 intero – € 10,00 ridotto
Info e prenotazione al 338.2434005
LA PALLA AL PIEDE
La palla al piede (Un fil à la patte) è una farsa del commediografo francese Georges Feydeau edita nel 1894 quando l’autore era poco più che trentenne. Feydeau si presta a chiavi di lettura bizzarre e altamente esilaranti che tengono il pubblico incollato agli eventi per il ritmo, la dinamicità, la crescita e lo scioglimento degli avvenimenti in rapida successione tra loro. Le opere di Feydeau, tutte da ridere, sono uno specchio deformato del suo tempo: la Bella Epoque, quel periodo lieto e privo di preoccupazioni che sfociò, poi, tragicamente, nella Grande Guerra. Feydeau è un formidabile battutista ed è erede di una grande scuola teatrale che trova le sue radici in Corneile, Molière, Racine, Diderot, Goldoni e, ancora, in Labiche; al centro di molte sue opere troviamo la coppia, sia essa coniugata, sia fidanzata, sia concubina, in cui si consumano tradimenti, ipocrisie e malintesi. Tecnicamente, per l’interprete, questo genere teatrale, chiamato pochade, richiede grande impegno perché i testi mancano di veri e propri monologhi e l’arte del pausare è data dalle battute serrate dei personaggi, dagli escamotage, dai tempi comici che non si possono né insegnare né prevedere perché è il pubblico a dettarli in riferimento alla capacità degli interpreti nel porre le battute. Altra caratteristica di Feydeau è la concentrazione di tutti i personaggi in un solo luogo, dove, però, non si sarebbero mai dovuti incontrare: in questo caso, fidanzati, spasimanti, famigliari, amici, amanti.
La scena si svolge in due distinti ambienti: le case delle rispettive donne di Ferdinando: la fidanzata Lucetta, e la promessa sposa Genziana. Qui, si alternano tutti i personaggi che vanno ad aggravare il già precario equilibrio degli eventi che Ferdinando stesso ha messo in moto, e qui, s’intersecano le rispettive famiglie: quella di Ferdinando, di Lucetta e di Genziana, coadiuvate da figure di sostentamento, sviluppo e risoluzione dei fatti.
Nell’adattamento, c’è stata la volontà di italianizzare i nomi dei personaggi protagonisti, giocando sulle assonanze e la loro semantica, caratterizzandone, per alcuni, la parlata, per altri, le peculiarità comportamentali e psicologiche.
È stato molto divertente svagarsi nell’intreccio, mantenendo, e non snaturando, le caratteristiche filologiche dell’opera stessa.
Al pubblico è lasciato il libero arbitrio d’individuare chi è, tra i personaggi, la palla al piede.
Ciao Gaber!
Teatro