La malata immaginaria– 2008 di Andrea Ferrari
Tratto da “Il malato immaginario” di Molière
Elaborato e tradotto al femminile, “Il malato immaginario” è stato l’ultimo lavoro teatrale scritto da Jean-Baptiste Poquelin, in arte Molière, commediografo ed attore francese, al servizio di Sua Maestà, Luigi XIV, il re Sole. E’ una commedia di costume dove affiorano osservazioni reali, concrete della vita; fu scritta in un momento di grave depressione dell’autore. Malgrado il suo gradiente di comicità, appare come l’intensa, tristissima testimonianza di un pessimismo amaro ed introverso. Il gioco del ridicolo e del patetico, al tempo stesso, emerge con toni improvvisi, a tratti quasi stonati, distaccati, ma che fanno accrescere la personalità di Manfuria, la ricca “malata immaginaria”. Ella appare come un mostro idiota, ignorante, schiava della medicina del tempo, incarnata nella figura della dottoressa Purgona, pronta a sacrificare le figlie Angelica e Luigina, alla propria paranoia, e che pone la massima attenzione nello spuntare il conto del farmacista Fleurant. Non avrà nulla da obiettare quando la serva Tonina, travestita da medico, le dirà di avere novant’anni, o quando la sorella Beralda le propone una laurea in medicina. Non vede la perfidia della cugina Belina, pronta a derubarla dei suoi denari servendosi di una maldestra e alquanto figura notarile: la signora Bonafé. Non percepisce l’appariscente dichiarazione d’amore del giovane Cleante verso la figlia Angelica. Accetta la stupidità dei Diafoirus, madre e figlio, ma soltanto perché incoronati entrambi da una laurea in medicina; ma cosa ben più grave è l’atteggiamento di ingenuità che Manfuria assume di fronte alla figlia più piccola che arriverà a fingersi morta pur di non essere punita e percossa dalle frustate della madre.
E’ un’opera d’avanguardia assoluta, dai contenuti estremamente attuali: la psicosomatica, l’ipocondria, la patofobia: la scienza psicologica muoverà i primi passi tre secoli più tardi!
La commedia debuttò il 10 Febbraio 1673, a Parigi, e per protagonista aveva lo stesso Molière che vestiva i panni di Argante il “malato immaginario”. Una settimana dopo, era in programma la quarta replica e sul finale, durante l’investitura da medico, Molière fu colto da malore, ma portò ugualmente a termine lo spettacolo. Morì poche ore dopo, all’età di 51 anni. Era venerdì 17 Febbraio.
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